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Il toponimo Prafabrorum, “prato dei fabbri”, viene menzionato per la prima volta in un decreto arbitrale del 1339. Pochi anni dopo, nel 1357, un documento notarile ne sancisce definitivamente l’ufficialità: viene infatti definita come la decima di “Pratum Fabri” un’ampia porzione di terreno alle pendici del Raut che il Conte della vicina Maniago lascia in eredità al figlio. Maniago è dall’età medievale nota per la lavorazione del ferro ma è possibile che l’arte fabbrile sia nata in Val Colvera, grazie allo sfruttamento delle acque del Colvera, per poi svilupparsi nel fondovalle. Poffabro è, secondo il pittore Armando Pizzinato, l’esempio di architettura spontanea più razionale e fantasiosa delle nostre Prealpi. La sua “forza magica” sta nell’effetto incantatore delle pietre tagliate al vivo e dei balconi di legno, elementi architettonici schietti e austeri, che pure danno un senso di intimità e raccoglimento nelle corti racchiuse su se stesse, a cui si accede attraverso uno stretto arco, o nelle lunghe schiere di abitazioni di pianta cinque- seicentesca. Nemmeno il terremoto del 1976 è riuscito a scalfire le case in pietra locale – arenaria o calcare – a tre o quattro piani, con i profondi ballatoi di legno a vista, caratterizzati dalle protezioni laterali sviluppate in verticale, unite tra di loro come in cerca di protezione. Il bello del borgo sta proprio nella sua assenza di palazzi tronfi e signorili e nell’umile realtà di pilastri, scale, ballatoi e archi in sasso, in armonia perfetta con la natura circostante. La pace e il silenzio hanno negli ultimi anni attirato qui diversi artisti, incantati dalla semplicità e dalla mancanza di magniloquenza. Poffabro e il suo circondario non vantano grandi chiese dai mirabili tesori artistici, ma capitelli votivi sparsi un po’ ovunque e chiesette minori nate da una forte, anche se ingenua, esigenza devozionale, talvolta legata a episodi singolari, come la scelta del sito per la costruzione dell’oratorio di S. Floriano in Crociera (sec. XV), indicato, pare, da un gregge di pecore che lì sostò. Così anche la Chiesa di S. Nicolò è prima di tutto il segno di un’innegabile fede, rivendicata attraverso le dimensioni anomale rispetto a quelle degli altri edifici del paese. La fisionomia attuale della chiesa, con la sua maestosa facciata bianca, si delineò già a fine Seicento, ma fu spesso oggetto di restauri e rifacimenti, riportati con la massima precisione nei registri parrocchiali, a causa delle frequenti scosse di terremoto. La povertà del luogo era tale che gli arredi sacri erano fatti venire da fuori (da Concordia Sagittaria in provincia di Venezia, come riporta una cronaca del 1587) e si andavano ad aggiungere ai pochi oggetti acquistati con grandi sacrifici dalla popolazione. La chiesa conserva alcune sculture in legno di Giacomo Marizza e un altare ligneo del sec. XVII.

L’idea

è quella di coinvolgere chiunque desideri inviare le proprie immagini più belle che riguardano il Comune di Frisanco e la Val Colvera che, dopo esser state selezionate e adattate al sito verranno pubblicate qui con i riferimenti all’identità del fotografo, ed ordinate nella propria categoria di riferimento; le categorie delle gallerie, saranno:
FRISANCO, POFFABRO, CASASOLA, e le varie BORGATE, NATURA, EVENTI …

Siete quindi tutti invitati a dedicarci i vostri migliori scatti!
La mail di riferimento:  vivivalcolvera@gmail
Oggetto di riferimento: MEDIA

Panorama sulla Val Colvera - foto di Spectra Elettrosystem - Maniago PN

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Stiamo raccogliendo immagini, se vuoi partecipare, inviaci le tue foto!

Scegli i tuoi scatti migliori ed inviali alla redazione vivivalcolvera@gmail.com

SCARICA qui a fianco il Documento “LIBERATORIA IMMAGINI-SITO-VVC” da compilare ed allegare alle immagini che ci invierai      >>>

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Scarica il Documento LIBERATORIA IMMAGINI SITO ViviValColvera VVC

Foto di  Udo Gauss (DE)

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