I libri degli incontri passati
“Una yurta sull’Appennino” di Marco Scolastici
“Oro rosso” di Stefania Prandi
“L’ Avversario” di Emmanuel Carrére
“I racconti di Pietroburgo” di Nikolaj Gogol
“Storia di Tönle” di Mario Rigoni Stern
In lettura:
“Stoner” di John Williams
INTOR DAL FOGHER
gruppo di lettura
GRUPPO DI LETTURA (GdL) istruzioni per l’uso
- Un Gruppo di Lettura (GdL) è formato da persone che leggono in privato un libro scelto in comune.
- La lettura viene poi condivisa: si parla del libro, se ne approfondiscono i temi, si condividono le emozioni provate.
- Il GdL valorizza la lettura e la discussione come strumento di apertura agli altri e di dialogo tra diverse visioni e scritture del mondo.
- Un gruppo di lettura non fa, dunque, letture di gruppo.
Si parla di “lettura condivisa” per distinguerla, appunto, dalla lettura di gruppo.
Da dicembre, è attivo in Valcolvera il gruppo di lettura “Intor dal fogher”, delle persone, cioè, che leggono lo stesso libro e si incontrano poi per discuterne. È un gruppo che non si rivolge ad un targhet particolare, vi partecipano infatti donne e uomini, giovani e vecchi, persone che lavorano e altre che non lo fanno, e così via, insomma un gruppo libero, di persone accomunate solo dalla lettura e dalla voglia di condividere con altri le riflessioni e le emozioni che essa suscita.
Grazie all’appoggio che l’amministrazione comunale ha subito dato al progetto, gli incontri hanno luogo nel Glup di Poffabro e alla buona riuscita del tutto hanno contribuito Paola del Glup, le proposte grafiche di Marco, la disponibilità di Daniele e di Talita, e, soprattutto, le adesioni numerose e la vivacità nella discussione, anche critica; dopo la comprensibile esitazione dell’inizio infatti l’incontro successivo è stato un momento ricco di confronti e scambi di idee.I primi tre libri sono stati finestre aperte su aspetti diversi dell’attualità : “Una yurta sull’Appennino” di Marco Scolastici, racconta l’esperienza di un giovane che cerca e trova la sua strada, in un ambiente che ha più di qualcosa in comune con il nostro: “Oro rosso” è l’inchiesta della giornalista Stefania Prandi sul lavoro delle donne nell’agricoltura dei paesi mediterranei. Ne “L’ Avversario” di Emmanuel Carrére, unico autore di fama tra i tre, si cerca di indagare sulle ragioni profonde che portano a tremendi crimini familiari.
Sarà poi la volta di un classico della letteratura mondiale, Nikolaj Gogol. Insomma anche nelle scelte delle letture il gruppo è libero e spazia fra vari generi con l’intento di ampliare il panorama letterario dei partecipanti.
“Intor dal fogher” ha anche una e-mail: grm.letture@gmail.com, per ulteriori notizie potete contattarci lì, o venire direttamente ad un incontro (le date si trovano su “colvere creative” e sulla locandina mensile cartacea) o potete chiedere in giro e ci troverete sicuramente perché tutti ci conoscono.
Germana su L’Eco della Valcolvera
PROSSIMAMENTE
Le incredibili vicende di un naso scomparso dal viso del suo padrone,
che vaga in alta uniforme per le strade di San Pietroburgo nello sgomento generale. Camilleri affronta il racconto perfetto, il capolavoro assoluto e padre putativo di tanti grandi romanzi della letteratura russa. Con la sua voce e la sua nota ironia prende per mano i lettori, li accompagna su e giù per la Prospettiva Nevskij a inseguire il Naso e il suo disperato padrone e nel contempo a osservare ingiustizie, soprusi, servilismo e vanitosi rituali di una piccola borghesia grassa, ignorante e presuntuosa.
«Egregio signore, qua la faccenda è perfettamente evidente. Voi… Voi siete il mio naso!»
Il volume nasce dal reading tenuto da Andrea Camilleri il 26 settembre 2010 all’Auditorium Parco della Musica di Roma (regia di Roberto Tarasco), all’interno del progetto Save the Story – Grandi Scrittori. Storie Immortali concepito dalla Scuola Holden di Alessandro Baricco e coprodotto con la Fondazione Musica per Roma, che prevede una serie di reading e una collana di classici “rivisitati” da grandi narratori di oggi con un occhio particolare ai ragazzi.
Da dove viene questa storia
Be’, forse è meglio vedere prima da dove viene il suo autore. Nikolàj Gogol’ nacque in Russia, a Soročintsy, nel governatorato ucraino, il 20 marzo (secondo il vecchio calendario) o il 1º aprile (secondo il nuovo calendario) del 1809. Bellissima occasione, comunque, per festeggiare due compleanni!
La sua famiglia apparteneva alla piccola nobiltà e possedeva grandi estensioni di terreno e un villaggio con 400 anime. Non vi impressionate, “anime” erano chiamati i contadini poveri che erano proprietà assoluta, anima e corpo, dei loro padroni.
La madre di Nikolàj era una donna di severi costumi, il padre un estroso buontempone. Nikolàj amava moltissimo la madre, ma il padre lo divertiva assai di più.
Già da piccolo, Nikolàj dimostrò d’avere un carattere difficile che lo portava a isolarsi dai compagni di scuola, ma nello stesso tempo a conquistarseli mettendo in scena brevi monologhi assai divertenti che lui stesso scriveva e interpretava. Recitava bene, tanto che, più grandicello, per un certo periodo pensò seriamente di mettersi a fare l’attore.
Dotato di una fantasia vulcanica, aveva cominciato a scrivere prestissimo. Un giorno, il noto poeta e commediografo Kapnist, amico di famiglia, chiese a Nikolàj di leggergli alcune sue poesie. Il ragazzo accettò a patto che fossero solo loro due chiusi in una stanza. All’uscita, Kapnist disse: “Da questo bambino può nascere un grande talento.” Nikolàj aveva solo 5 anni. Kapnist aveva visto giusto.
Gogol’ visse appena 43 anni, lasciandoci almeno tre capolavori immortali: “I Racconti di Pietroburgo”, “Le Anime morte” e la commedia “Il Revisore”.
Adoperava la sua lingua con un’eleganza e una raffinatezza ineguagliabili, gli storici della letteratura lo considerano ancora il miglior “stilista”, e i suoi racconti sono di una perfezione assoluta.
Pensate che non c’è stato un grande scrittore russo che non abbia elevato a oggetto di culto un suo racconto. Il sommo poeta Puskin stravedeva proprio per “Il Naso”, Anton Cechov per “La Carrozza”. Dostoevskij aveva scelto per sé quello intitolato “Il Cappotto”, dichiarando che tutti gli autori russi, lui compreso, erano nati tra le falde di quel cappotto.
Ma di certo Gogol’ non stimò mai se stesso quanto lo stimarono gli altri. Non era mai in pace né con sé né col mondo.
Per qualche anno fece l’impiegato in un ministero, per un po’ di tempo insegnò all’università… Troppo irrequieto e scontento per restare fermo in un posto.
Viaggiava molto, questo sì.
Non amava la società del suo tempo e non smise mai di metterne in luce con impietosa ironia il cieco servilismo, la sordità burocratica, le ingiustizie, l’arrivismo, i vanitosi rituali di una piccola borghesia grassa, ignorante e presuntuosa.
Verso i trent’anni, fece il primo viaggio in Italia, venne a Roma e ritrovò un po’ di serenità. “Io sono nato qui,” scrisse a un amico, aggiungendo: “Io mi sono ridestato nella mia patria.”
Poi, al ritorno in Russia, la sua salute mentale peggiorò di molto, ebbe delle sconvolgenti crisi mistico-religiose tanto da bruciare alcuni dei suoi manoscritti… Finché sopraggiunse la fine.
Prima di lui, la letteratura russa, soprattutto nella poesia, aveva celebrato grandi figure eroiche, personaggi quasi mitici che vivevano sulla terra ma sembravano volare alti nel cielo, irraggiungibili come semidei.
Gogol’ fu il primo in assoluto a scrivere della piccola gente, del barbiere, dell’impiegatuccio, della fruttivendola, di quell’umanità che si poteva ogni giorno incontrare al mercato o in un ufficio aperto al pubblico, tratteggiandola con pietosa ironia. Con lui, il popolo minuto irrompe trionfalmente nella letteratura. Il sarcasmo, invece, Gogol’ lo riserverà alla piccola borghesia, alla nobiltà di basso livello, alle quali non perdonerà nulla.
Il modo con cui lo scrittore affronta questi personaggi non è mai ottusamente realistico, anzi talvolta la sua ribollente fantasia fa sì che la realtà diventi un trampolino di lancio verso un’altra realtà, quella fantastica. Così è nato “Il Naso”.
Personalmente, come scrittore, io considero Gogol’ uno dei miei due nonni (l’altro si chiama Lawrence Sterne).
Ma non sono per niente sicuro che essi mi considerino un loro nipote..
Andrea Camilleri
Domande più frequenti
Perché un gruppo di lettura?
Noi leggiamo perché ci piace molto la vetrina del negozio dove compriamo i libri.