Liturgia della prima domenica di Avvento
riflessione“il bisogno di credere al mistero dell’incarnazione, non sia da alcuno soffocata in fondo al cuore, ma tutto lo invada, lo stimoli, lo tormenti, lo sollevi, lo porti a personale contatto con Lui. Questo è il Natale.. Fortunati se saprete scorgere nella piccolezza di Cristo bambino, crocifisso domani, “ il primogenito di ogni creatura”, il fratello di tutti, il difensore dei poveri, l’ amico dei poveri, il compagno dei sofferenti, il redentore dei peccatori, in una parola, il nostro salvatore, che ci rivela il Padre cioè la bontà colma di amore, il Dio vivo”.
Ormai da anni a Casasola, l’inizio del tempo di Avvento, quest’anno con la messa di sabato 30 novembre alle 16:30, è solenizzato con una suggestiva liturgia: accensione della prima candela della corona d’Avvento, benedizione delle lanterne e distribuzione ai bambini che, pregando, le accenderanno nelle sere fino a Natale.
Il nostro è un invito a distogliere gli animi dall’industria del divertimento, dalle distrazioni del mercato, per indirizzarli all’interiorità e, nel cuore, preparare la venuta di Gesù.
A questo proposito riflettiamo su un bel pensiero che ci propone un’amica dal monastero di Bose e che troviamo qui di seguito.
Cosa significa Natale? è prima di tutto il bisogno di credere nell’Incarnazione del Signore.
A questo bisogno dobbiamo dare spazio e voce dentro di noi, così potremo riconoscere in Gesù bambino Cristo poi crocifisso, nostro fratello, l’amico dei poveri, il compagno di chi soffre.
È un pensiero rivolto ai genitori naturalmente, ma saranno appunto loro a trasmettere ai più piccoli il senso dell’attesa del Salvatore, a far si che quello di Avvento sia un nuovo tempo davvero, un tempo spirituale.
Articolo scritto per il bollettino parrocchiale l’Eco della Val Colvera
Sabato 30 Novembre alle 16:30
CASASOLA
SANT’OSVALDO
Autonoma dalla chiesa di Poffabro dal 1751, la piccola chiesa che delimita la piazzetta è ben inserita nella bella frazione di Casasola, sia per la dimensione che per il materiale con cui è stata edificata (pietra rigorosamente locale). Consacrata a Sant’Osvaldo, un santo invocato dai fedeli in modo particolare nei casi di peste, la curazia venne retta nei primi decenni da cappellani locali (tutti provenienti dal ceppo originario della famiglia dei Rosa). Seppur priva di arredi o decorazioni di pregio, conserva un interessante archivio, su cui sono annotate con estremo scrupolo anche le cause di morte dei fedeli casasolini nei secoli passati. Nel 1986 fu aggregata alla parrocchia di Frisanco – che dal 2000 forma un’unica parrocchia con Poffabro.