Piano regionale delle emergenze di Protezione civile

FRISANCO

Fonte:

Codice ISTAT

Iscrizione elenco regionale

Numero volontari

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A – Parte Generale

Piano comunale di emergenza

Dati generali

Comune Frisanco
Codice ISTAT 093024
Prefettura – UTG Pordenone
UTI Unione delle Dolomiti friulane
Sindaco SANDRO ROVEDO
Indirizzo Municipio VIA VALDESTALI 1
Sito web http://www.comune.frisanco.pn.it
PEC comune.frisanco@certgov.fvg.it
Distretto di Protezione Civile MEDUNA CELLINA
Zona di allerta per il rischio meteorologico,
idrogeologico e idraulico
FVG-A
MAPPA - Distretto di Protezione Civile - FRISANCO

Sistema di comunicazione in emergenza

Numeri di emergenza

Numero Unico Emergenza 112
Protezione Civile della Regione 800 500 300

Sede del centro operativo comunale

Sede Comunale

Frisanco – Via Valdestali 1

Municipio

 

Popolazione

Dati dal 15° censimento della popolazione e delle abitazioni del 2011

Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale
Popolazione residente 452 134 59 645
Numero di famiglie 241 68 27 336
Numero di abitazioni 528 137 79 744
Numero di edifici 447 130 85 662
Numero di edifici residenziali 427 127 80 634

Pericolosità sul territorio

Pericolosità sismica

È riportata la classificazione dei comuni effettuata con DGR n. 845 del 06.05.2010 ai sensi della LR 16/2009 , art 3 , comma 2 , lett a) (classificazione delle zone sismiche e indicazione delle aree di alta e bassa sismicità)

Zona Sismica: 1

La pericolosità sismica è ricavata dallo studio effettuato da OGS, Università di Trieste e di Udine per conto della PCR nel 2006 ed è rappresentata attraverso la mappatura delle accelerazioni di picco alla superficie libera del suolo, tenendo quindi in considerazione anche la natura dei terreni. Ulteriori approfondimenti sulla pericolosità possono essere ricavati dagli studi di microzonazione sismica se allegati al piano.

Accelerazione orizzontale di picco espressa in g (1 g = 9.81 m/s2)

  • Pericolosita sismica 1 0.08 – 0.16
  • Pericolosita sismica 2 0.16 – 0.24
  • Pericolosita sismica 3 0.24 – 0.32
  • Pericolosita sismica 4 0.32 – 0.40
  • Pericolosita sismica 5 0.40 – 0.48
  • Pericolosita sismica 6 0.48 – 0.56
  • Pericolosita sismica 7 > 0.56
Pericolosità sismica - Zona Sismica: 1 - Frisanco

Tipologia dissesti geologici

Si tratta delle aree di dissesto geologico ricavate dalla “proposta di perimetrazione e classificazione delle aree in relazione alla pericolosità idraulica e geologica” predisposta dai servizi geologico e idraulica della Direzione centrale ambiente e LL.PP. per finalità connesse con i lavori delle conferenze programmatiche relative ai PAI (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico – art.68 DLgs 152/2006) e non hanno pertanto valore ufficiale ai sensi della normativa vigente in materia di difesa del suolo.

  • Dissesti geologici 1 Crollo/Ribaltamento
  • Dissesti geologici 2 Scivolamento rotazionale/traslativo
  • Dissesti geologici 5 Colamento rapido
  • Dissesti geologici 6 Colamento lento
  • Dissesti geologici 7 Complesso
  • Dissesti geologici 10 Sprofondamenti
  • Dissesti geologici 11 Frane superficiali diffuse
Tipologia dissesti geologici - Protezione Civile Regione FVG

Pericolosità idraulica

Le informazioni relative alle aree di pericolosità idraulica sono derivate principalmente dai PAI dei bacini idrografici di interesse nazionale, interregionale e regionale approvati e/o in corso di redazione e/o aggiornamento (Progetti, Varianti) ai sensi della normativa nazionale (DLgs 152/2006) e/o di quella regionale (LR 16/2002), i dati sono soggetti a periodici aggiornamenti.

  • Pericolosita idraulica p1 Pericolosità bassa
  • Pericolosita idraulica p2 Pericolosità media
  • Pericolosita idraulica p3 Pericolosità alta
  • Pericolosita idraulica pf Alveo
Pericolosità idraulica - Protezione Civile - Frisanco

Pericolosità valanghiva

Sono riportate le aree individuate nella Carta Localizzazione Pericolosità Valanghe (CLPV) redatta dall’ufficio valanghe regionale. Sono raffigurate due tipologie di aree che rappresentano rispettivamente la massima espansione areale dei siti valanghivi come rilevati, sul campo o da notizie storiche, sul territorio montano della Regione, e la massima espansione areale potenziale del sito valanghivo come rilevabile da fotointerpretazione.

  • Siti valanghivi 1 Valanghe rilevate
  • Siti valanghivi 2 Valanghe fotointerpretate
Pericolosità valanghe - Protezione Civile - Frisanco

Pericolosità incendi boschivi

Si tratta delle aree definite nel Piano Regionale di Difesa del Patrimonio Forestale 1997-1999 (DPG n. 0136 del 17/04/1998).

  • Rischio incendi alto Pericolosità alta
  • Rischio incendi basso Pericolosità bassa
  • Rischio incendi medio Pericolosità media
Pericolosità incendi boschivi - Protezione Civile Frisanco

Punti di presidio territoriale

Rischio Industriale

Non presente

Piani tematici

Si tratta di piani a carattere sovracomunale redatti in base a specifiche norme di settore o riguardanti specifiche tipologie di fenomeni la cui gestione fa riferimento a scenari di area vasta, con coinvolgimento del livello regionale ed in subordine quello sub-regionale e locale. Rientrano in tali tipologie i Piani della Sanità, Piani dei trasporti (strada, rotaia, aereo, mare e laguna, piani neve), Piani per Antincendio boschivo, Ricerca persone, Servizio di Piena, Radioattività, Emergenze umanitarie, Difesa – Sicurezza e le procedure e piani di emergenza relative alle grandi Dighe e agli invasi artificiali.

Neve

Pref.PN – Piano neve della Provincia di Pordenone ed. 2010-2011

Il Piano è finalizzato alla definizione di codici relativi a ciascuna situazione di criticità, alle ipotesi di intervento da attuare, con lo scopo di delineare il modello di intervento da seguire nel caso si verifichi sul territorio della Provincia di Pordenone una situazione di crisi della viabilità, causata direttamente da nevicate che interessano la viabilità ordinaria, oppure dalle conseguenze generate dalle decisioni assunte dalla società Autovie Venete per superare situazioni di crisi sul tratto autostradale di competenza (A 28).

Radioattività

DPC-Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche

Il Piano Nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche individua e disciplina le misure necessarie per fronteggiare le conseguenze degli incidenti che avvengano in impianti nucleari di potenza ubicati al di fuori del territorio nazionale, tali da richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale e che non rientrino tra i presupposti per l’attivazione delle misure di difesa civile di competenza del Ministero dell’interno.

A tale scopo il Piano definisce le procedure operative per la gestione del flusso delle informazioni tra i diversi soggetti coinvolti, l’attivazione e il coordinamento delle principali componenti del Servizio nazionale della protezione civile, e descrive il modello organizzativo per la gestione dell’emergenza con l’indicazione degli interventi prioritari da disporre a livello nazionale ai fini della massima riduzione degli effetti indotti sulla popolazione italiana e sull’ambiente dall’emergenza radiologica.

Fonte: Dipartimento della Protezione Civile

Per maggiori informazioni: http://www.protezionecivile.gov.it

Prov.PN – Piano d’intervento messa in sicurezza sorgenti orfane radioattive

Il piano d’intervento si attua nel caso di rinvenimento di sorgente orfana, così come definita all’art. 2, comma c) del D.Lgs. 6 febbraio 2007, n. 52.

Le azioni di cui al presente piano d’intervento sono rivolte alla messa in sicurezza delle sorgenti, fino alla dismissione/smaltimento o alla restituzione al soggetto responsabile dell ‘invio. Ciò vale in particolare per il rinvenimento di sorgenti che siano state introdotte in Italia da soggetti con sede o stabile organizzazione fuori dal territorio italiano, per le quali il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, l’ARPA FVG- Settore Laboratorio Unico – Struttura Operativa Semplice-Fisica Ambientale di Udine e l’ASS n.6 forniranno al Prefetto, per le parti di rispettiva competenza, le informazioni necessarie per decidere in ordine alla rispedizione al soggetto responsabile dell’invio in Italia della/e sorgente/i, del carico o di parte di esso.

Per le eventuali azioni di messa in sicurezza, bonifica, smaltimento che si dovessero rendere necessarie si provvederà d’intesa con le Amministrazioni competenti in materia.

Fonte: Prefettura di Pordenone

Per maggiori informazioni: http://www.prefettura.it

Sanità

ITA – Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale

L’OMS raccomanda a tutti i Paesi di mettere a punto un Piano Pandemico e di aggiornarlo costantemente seguendo le linee guida concordate.

Seguendo le indicazioni dell’OMS del 2005, emanate alla luce delle modifiche dell’assetto epidemico mondiale e delle nuove emergenze, il Piano aggiorna e sostituisce il precedente Piano Italiano Multifase per una Pandemia Influenzale, pubblicato nel 2002.

Questo documento illustra, per ognuna delle sei fasi pandemiche dichiarate dall’OMS, il mandato per le Autorità Sanitarie, tenendo conto sia delle azioni sanitarie che di interventi che coinvolgono strutture non sanitarie.

Il Piano rappresenta il riferimento nazionale in base al quale saranno messi a punto i Piani operativi regionali. In allegato sono contenute le “Linee guida per la stesura dei Piani Pandemici Regionali”

L’operatività del Piano sarà valutata con esercitazioni nazionali e regionali, da concordare fra CCM e Regioni ed altre istituzioni che avrebbero un ruolo in caso di pandemia.

Il presente Piano è suscettibile di periodiche revisioni, al cambiamento della situazione epidemiologica.

Fonte: Ministero della Salute

Per maggiori informazioni: http://www.salute.gov.it

FVG – Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale nella Regione Friuli Venezia Giulia

Approvato con Deliberazione della Giunta regionale 28 maggio 2009, n. 1230.

Dalla fine del 2003, da quando in Estremo Oriente i focolai di influenza aviaria da virus A/H5N1 sono divenuti endemici nei volatili ed il virus ha causato infezioni gravi anche nell’uomo, il rischio di una pandemia influenzale è diventato più concreto. Per questo motivo l’OMS ha raccomandato a tutti i Paesi di mettere a punto un Piano pandemico e di aggiornarlo costantemente seguendo linee guida concordate.

La rapida espansione in molti Paesi, al momento della diffusione del presente documento, di casi di infezione nell’uomo dovuti ad un nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1 mai rilevato prima, rende questo rischio ancora più concreto e vicino nel tempo.

La diffusione di una pandemia influenzale potrebbe provocare una crisi del sistema sanitario a tutti i livelli e una situazione di emergenza in tutti i settori sociali.

Per fronteggiare questo evento in modo coordinato e efficace è stato elaborato il documento “Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale nella regione Friuli Venezia Giulia”.

Per la sua elaborazione si è tenuto conto del Piano di preparazione a una possibile pandemia influenzale pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO global Influenza preparedness plan, 5/2005) e suo successivo aggiornamento ( Pandemic influenza preparedness and response: a WHO guidance document, 2009), del “Piano nazionale di preparazione e risposta per una pandemia influenzale”, dei piani pandemici allestiti da altri Paesi e delle conoscenze attualmente disponibili.

Il documento fornisce le linee guida regionali di risposta a una pandemia e rappresenta il documento di riferimento per la preparazione dei piani operativi aziendali. Il suo obiettivo è individuare e strutturare gli interventi di sanità pubblica e di tutela della popolazione da attuarsi nella Regione Friuli Venezia Giulia secondo sette azioni chiave: 1. Sorveglianza 2. Prevenzione e controllo infezione 3. Trattamento e assistenza 4. Servizi essenziali 5. Comunicazione 6. Formazione 7. Valutazione E’ uno strumento di lavoro che andrà periodicamente aggiornato nei contenuti dal Gruppo di lavoro.

Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Per maggiori informazioni: http://www.regione.fvg.it

Antincendio boschivo

FVG – Piano regionale di difesa del patrimonio forestale dagli incendi per il periodo 1997-1999

Approvato con Decreto del Presidente della Giunta 17 aprile 1998, n. 0136/Pres.

Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Per maggiori informazioni: http://www.regione.fvg.it

Ricerca persone

Pref.PN – Piano Provinciale Ricerca persone scomparse

Il presente Piano in materia di ricerca di persone scomparse intende definire un protocollo operativo di intervento che sarà attivato qualora si renda necessaria la ricerca di persona scomparsa, circostanza che verrà opportunamente valutata caso per caso dalla Prefettura, Ufficio Territoriale del Governo, tenuto conto dello specifico scenario di riferimento.

In particolare, il Piano si prefigge di favorire la più ampia collaborazione tra Forze di Polizia, Autorità Giudiziaria, enti ed organismi che possono essere chiamati a concorrere alla ricerca di persone scomparse.

Inoltre, il protocollo operativo di intervento previsto nel presente Piano consentirà la messa a fattor comune delle procedure operative per un coordinato ed ottimale impiego delle risorse umane e strumentali realmente disponibili, al fine di garantire un dispositivo di ricerca che risulti, nel suo complesso, di massima efficacia ed efficienza.

Fonte: Prefettura di Pordenone

Dighe e invasi artificiali

Cà Zul – Documento di protezione civile

Il presente “Documento di protezione civile” stabilisce per la diga di Ca’ Zul, secondo gli indirizzi di cui alla Direttiva P.C.M. 8 luglio 2014, le specifiche condizioni per l’attivazione del sistema di protezione civile e le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare nel caso di eventi, temuti o in atto, coinvolgenti l’impianto di ritenuta o una sua parte e rilevanti ai fini della sicurezza della diga e dei territori di valle (“rischio diga”) e nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio di esondazione (“rischio idraulico a valle”).

Il Documento di protezione civile concorre altresì a costituire il quadro di riferimento per la redazione del Piano di Emergenza Diga (PED) relativo ai territori che possono essere interessati dagli effetti derivanti dalla presenza della stessa.

Fonte: Prefettura di Pordenone

Cà Selva – Documento di protezione civile

Il presente “Documento di protezione civile” stabilisce per la diga di Ca’ Selva, secondo gli indirizzi di cui alla Direttiva P.C.M. 8 luglio 2014, le specifiche condizioni per l’attivazione del sistema di protezione civile e le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare nel caso di eventi, temuti o in atto, coinvolgenti l’impianto di ritenuta o una sua parte e rilevanti ai fini della sicurezza della diga e dei territori di valle (“rischio diga”) e nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio di esondazione (“rischio idraulico a valle”).

Il Documento di protezione civile concorre altresì a costituire il quadro di riferimento per la redazione del Piano di Emergenza Diga (PED) relativo ai territori che possono essere interessati dagli effetti derivanti dalla presenza della stessa.

Fonte: Prefettura di Pordenone

Ponte Racli – Piano di Protezione civile

Il presente “Documento di protezione civile” stabilisce per la diga di PONTE RACLI, secondo gli indirizzi di cui alla Direttiva P.C.M. 8 luglio 2014, le specifiche condizioni per l’attivazione del sistema di protezione civile e le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare nel caso di eventi, temuti o in atto, coinvolgenti l’impianto di ritenuta o una sua parte e rilevanti ai fini della sicurezza della diga e dei territori di valle (“rischio diga”) e nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio di esondazione (“rischio idraulico a valle”).

Il Documento di protezione civile concorre altresì a costituire il quadro di riferimento per la redazione del Piano di Emergenza Diga (PED) relativo ai territori che possono essere interessati dagli effetti derivanti dalla presenza della stessa.

Indicatori di evento

Rete idrometeorologica

Denominazione Sensori Coordinate
PCIV – Malga Valine Tensione Batteria, Umidità, Altezza della neve, Temperatura, Pioggia, Vento (direzione), Vento (intensità), Vento raffica (direzione), Vento raffica (intensità) 12° 40′ 32.99” E, 46° 14′ 08.99” N

 

Rete sismica

Aree di emergenza

Sarica il pieghevole informativo dell Area di attesascarica il PDF

Sono destinate alla prima accoglienza della popolazione, dove riceverà le prime informazioni sull’evento ed i primi generi di conforto in attesa dell’attivazione delle aree di ricovero.

Denominazione Indirizzo Coordinate
001 – Valdifrina Valdifrina – Strada comunale Valdifrina 12° 41′ 54.12” E, 46° 12′ 20.31” N
002 – Pian delle merie Pian delle merie – Strada Pala Barzana ovest 12° 41′ 46.44” E, 46° 12′ 36.59” N
003 – Borgo Vals-Fulin Vals-Fulin – Strada comunale Vals-Fulin 12° 43′ 20.14” E, 46° 11′ 36.76” N
005 – Albergo alla Alpi Frisanco – Via Roma 12° 43′ 29.95” E, 46° 12′ 48.87” N
006 – Parcheggio Casasola Casasola – Via Navarons 12° 43′ 45.32” E, 46° 13′ 18.35” N
007 – Scuola Colvere Colvere – SP 26 12° 42′ 58.32” E, 46° 12′ 10.60” N
008 – Via di Sopra Frisanco – Via di sopra 12° 43′ 41.84” E, 46° 12′ 42.20” N
009 – Parcheggio Pognici Frisanco – Via Longjara 12° 43′ 48.51” E, 46° 12′ 45.92” N
011 – Sede comunale Frisanco – Via Valdestali n°1 12° 43′ 26.49” E, 46° 12′ 46.13” N
012 – Borgo Valdestali Valdestali – Valdestali 12° 45′ 27.67” E, 46° 12′ 21.93” N
013 – Borgo Preplans Preplans – Preplans 12° 46′ 10.82” E, 46° 13′ 02.29” N
014 – Borgo Fornasatte Fornasatte – Strada comunale Fornasatte 12° 42′ 50.82” E, 46° 11′ 58.45” N
015 – Peschiere Poffabro – Via della Roja 12° 42′ 28.09” E, 46° 13′ 05.86” N
016 – Cimitero vecchio Poffabro – Via Reghenaz 12° 42′ 28.79” E, 46° 12′ 54.30” N
017 – Pesa Crociera S. Floriano – Strada Pala Barzana ovest 12° 42′ 48.81” E, 46° 12′ 55.41” N
018 – Valavan Bg Valavan – Strada comunale Valavan 12° 44′ 13.83” E, 46° 11′ 25.52” N

Edifici strategici

Sede di Protezione Civile

Denominazione Indirizzo Coordinate
001 – Sede Comunale Frisanco – Via Valdestali 1 12° 43′ 23.01” E, 46° 12′ 45.86” N

Municipio-Uffici comunali

Denominazione Indirizzo Coordinate
001 – Municipio 12° 43′ 24.77” E, 46° 12′ 45.81” N

Polizia locale

Denominazione Indirizzo Coordinate
001 – sede municipale Frisanco – Via Valdestali 1 12° 43′ 24.81” E, 46° 12′ 46.04” N

Altri Edifici Strategici

Denominazione Indirizzo Coordinate
004 – Ambulatorio (ex scuole) Frisanco – Via Valestali 12° 43′ 26.76” E, 46° 12′ 46.72” N
005 – PPTT – forno Crociera – Via Maniago 12° 42′ 49.34” E, 46° 12′ 55.90” N
007 – Fonte Giulia Fonte Giulia – Strada comunale Fonte Giulia 12° 42′ 03.70” E, 46° 13′ 12.47” N
009 – Ambulatorio – sede ANA – sede Pro Loco Poffabro – Via Reghenaz 12° 42′ 30.68” E, 46° 12′ 53.42” N
010 – Acqudotto Casasola Casaola – Località Piel 12° 43′ 26.31” E, 46° 13′ 33.06” N

Edifici rilevanti

Gruppo comunale di Protezione Civile

Carica Nome
Coordinatore DINO ANTONIO BIOT
Caposquadra tecnico logistico AIB ANGELO BERNARDON
Caposquadra tecnico logistico AIB MILKO BERNARDON
Caposquadra tecnico logistico AIB CLAUDIO ROSA GOBBO
Manager Formativo DINO ANTONIO BIOT

Fonti utilizzate

Dati generali

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

ISTAT, censimento popolazione 2001

Sistema di comunicazione in emergenza

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Popolazione

ISTAT, censimento popolazione 2011

Pericolosità sul territorio

Sistema Informativo geografico Difesa Suolo

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Indicatori di evento

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Istituto Nazionale di Oceonografia e di Geofisica Sperimentale

Università di Trieste, Dipartimento di Matematica e Geoscienze

Aree di emergenza

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Edifici strategici dello Stato

Ufficio Territoriale del Governo

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Edifici strategici del sistema regionale

Piano Regionale delle Emergenze – Protezione Civile della Regione

Coordinamento operativo comunale

Il Sindaco è l’autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione e provvede ai provvedimenti necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale tramite la Protezione civile della Regione – Sala Operativa Regionale di Palmanova (SOR).

Salvaguardia della popolazione

Il Sindaco quale autorità di protezione civile ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e della tutela del proprio territorio. Le misure di salvaguardia della popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate dall’allontanamento della stessa dalle zone di pericolo, con particolare riguardo alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, minori).

A tale scopo il Sindaco darà disposizioni alla propria struttura comunale di protezione civile per l’assistenza alla popolazione presso le aree di attesa e presso le idonee aree di ricovero individuate dal piano richiedendo i supporti necessari agli Enti sovraordinati per il tramite della Sala Opertiva Regionale.

Per gli eventi non prevedibili sarà di fondamentale importanza organizzare il primo soccorso sanitario e gli interventi tecnici urgenti chiamando il Numero Unico di Emergenza (NUE) 112.

Rapporti con le istituzioni locali

Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio comune con particolare attenzione ai settori dell’anagrafe e dell’ufficio tecnico, provvedendo con immediatezza ad assicurare i collegamenti con la Protezione Civile della Regione e la Prefettura. Queste dovranno supportare il Sindaco nella gestione dell’emergenza.

Informazione alla popolazione

È fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate da possibili eventi calamitosi conosca preventivamente:

  • le caratteristiche essenziali del pericolo che insiste sul proprio territorio;
  • i contenuti del piano di emergenza dell’area in cui risiede;
  • come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento;
  • con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse informazioni, allerte ed allarmi.

A tale scopo il Sindaco stabilisce attività di informazione preventiva della popolazione da pianificare con il coinvolgimento della struttura comunale e dei volontari con priorità alla popolazione scolastica.

Salvaguardia del sistema produttivo locale

Questo intervento di protezione civile si può effettuare o nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili) attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati, oppure immediatamente dopo che l’evento abbia provocato danni (eventi imprevedibili) alle persone e alle cose; in questo caso si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale colpita attuando interventi mirati per raggiungere l’obiettivo nel più breve tempo possibile.

Ripristino della viabilità e dei trasporti

Durante il periodo della prima emergenza si dovranno prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti terrestri, ferroviari e aerei per facilitare l’arrivo dei soccorsi, dei mezzi d’opera e dei materiali necessari con priorità alle infrastrutture strategiche, privilegiando il pronto ripristino delle strade di collegamento delle aree di emergenza appositamente individuate per l’accesso dei mezzi di soccorso e verso le quali convergono le vie di fuga per la popolazione. Nell’immediato post evento il Comune comunica alla Sala Operativa Regionale le piazzole per elicottero agibili da utilizzare prioritariamente durante la fase di emergenza.

Funzionalità delle telecomunicazioni

La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere prioritariamente garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema TLC. Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati, allarmi, etc. In ogni piano sarà prevista, per questo specifico settore, una singola funzione di supporto la quale garantisce il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni.

Funzionalità dei servizi essenziali

La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà essere assicurata, al verificarsi di eventi prevedibili, mediante l’utilizzo di personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente.

La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti, dovrà prevedere l’impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.

Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali

Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita civile, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone colpite dall’evento sulla base delle informazioni censite nel piano. In caso di evento calamitoso, si dovranno perciò allertare i tenutari dei beni per i necessari interventi di messa in sicurezza di reperti o beni artistici in aree sicure, facilitando l’intervento delle squadre di tecnici qualificati secondo le indicazioni della competente Soprintendenza.

Struttura dinamica del piano

Il continuo mutamento dell’assetto urbanistico del territorio, la crescita delle organizzazioni di volontariato, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative e le nuove disposizioni amministrative comportano un continuo aggiornamento del Piano, sia per lo scenario dell’evento atteso che per le procedure. Le esercitazioni rivestono quindi un ruolo fondamentale al fine di verificare la reale efficacia del piano di emergenza. Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le competenze attribuite alle singole strutture operative previste dal piano di emergenza; sarà quindi necessario ottimizzare linguaggi e procedure e rodare il piano di emergenza comunale, redatto su uno specifico scenario di un evento atteso, in una determinata porzione di territorio. Per far assumere al piano stesso sempre più le caratteristiche di un documento vissuto e costantemente aggiornato, sarà fondamentale organizzare le esercitazioni secondo diverse tipologie:

  • esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano;
  • esercitazioni congiunte tra le strutture operative e la popolazione interessata all’evento atteso (la popolazione deve conoscere e provare attraverso le esercitazioni tutte le azioni da compiere in caso di calamità);
  • esercitazione periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza dei collegamenti. Ad una esercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco. La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere informata dello svolgimento dell’esercitazione.

Introduzione

Il Piano comunale di protezione civile definisce le attività di prevenzione e di soccorso attuate dalla struttura comunale di protezione civile in coordinamento con la Protezione Civile della Regione e, più in generale, con il Sistema regionale integrato di protezione civile comprendente i competenti organi dello Stato nel rispetto del protocollo d’intesa istituzionale stipulato tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione civile – e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Protezione civile della Regione – in data 04 maggio 2002 e del Protocollo di Intesa istituzionale stipulato tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Protezione civile della Regione – e le Prefetture – UTG – di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia in data 10 gennaio 2005.

Per ogni scenario di evento vengono individuati tre livelli di attivazione definiti fasi operative di “attenzione, “preallarme” e “allarme” e per ciascuna di esse, legata sia al livello di allertamento ove possibile, sia al manifestarsi dell’evento sul territorio, sono riportate le principali azioni operative dei diversi soggetti coinvolti nell’attuazione del piano comunale, nonché le misure di autoprotezione da adottare da parte dei cittadini.

Sistema di comando e controllo

Il Sindaco per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, provvede ad attivare la struttura comunale e a organizzare gli interventi necessari dandone immediata comunicazione alla Protezione Civile della Regione e al Prefetto che lo supporteranno nelle forme e nei modi previsti dalla norma.

Attivazioni in emergenza

Rappresentano le immediate azioni disposte dal Sindaco:

Attivazione del Gruppo comunale di protezione civile

L’attivazione standard del Gruppo comunale di protezione civile è disposta dal Sindaco, direttamente in ambito comunale e, sotto il coordinamento della Sala Operativa Regionale, in ambito extracomunale.

Attivazione della struttura comunale di protezione civile

Il fondamentale ruolo di raccordo tra la struttura comunale e il gruppo comunale di volontari di protezione civile è affidato alla figura del Responsabile comunale scelto tra i funzionari tecnici del comune al fine di facilitare la condivisione delle conoscenze proprie dell’Ufficio tecnico e del settore manutenzioni riguardo alle problematiche del territorio.

Delimitazione delle aree a rischio

Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco, denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio. La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni.

Aree di ammassamento dei soccorritori

Le aree di ammassamento dei soccorritori sono scelte secondo necessità tra quelle preventivamente concordate con la Protezione Civile della Regione al fine di garantire un razionale impiego nelle zone di operazione dei soccorritori. Costituiscono punti di orientamento e di contatto dei soccorritori con il Comune e, a tale scopo, sono state individuate nelle vicinanze dei caselli autostradali o comunque facilmente raggiungibili anche con mezzi di grandi dimensioni, non troppo prossime ai centri abitati, in aree non soggette a pericoli naturali.

Aree di attesa della popolazione

Sono aree di prima accoglienza in piazze o luoghi aperti sicuri, ove la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforto in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero scoperte (con tende e roulottes) o di luoghi ricovero coperti. Le aree di attesa devono essere fatte conoscere preventivamente ai residenti mediante distribuzione dei pieghevoli informativi, esercitazioni con il coinvolgimento dei volontari e della popolazione e altre attività sociali.

Aree scoperte ed edifici di ricovero della popolazione

Aree o edifici di ricovero coperti in relazione al tipo di evento andranno predisposti utilizzando i riferimenti e le indicazioni raccolte nelle schede allegate. Nella relazione periodica durante un evento calamitoso da inviare a Prefetto e Presidente della Regione tramite la Sala Operativa Regionale, verrà data informazione rispetto ad aree/edifici di ricovero istituiti, segnalando i dati del responsabile (nome del Capocampo), i numeri telefonici, il numero di persone e nuclei famigliari assistiti.

Eventi sismici

Il terremoto rientra tra i fenomeni imprevedibili. Non è infatti possibile prevedere giorno, luogo e intensità di accadimento di una scossa sismica. È tuttavia possibile difendersi dal sisma con adeguati interventi di prevenzione a carico degli edifici sulla base delle informazioni disponibili sulle condizioni di pericolosità sismica del territorio.

Si considerano in questo paragrafo gli scenari conseguenti a scosse di terremoto, a partire dagli eventi di bassa magnitudo che, pur innocui per edifici costruiti “a regola d’arte”, possono comunque destare allarme e, in particolari situazioni, panico nella popolazione.

Fondamentale in queste situazioni risulta la rapida diffusione di corrette informazioni sull’evento occorso che si attua a partire da un efficiente sistema di sorveglianza sismica del territorio. A tal fine alla Sala Operativa Regionale pervengono le relazioni dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e i dati provenienti dalla rete sismometrica del Friuli Venezia Giulia (RSFVG), gestita dal Centro Ricerche Sismologiche (CRS) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS (http://www.crs.inogs.it/).

Sul territorio regionale sono presenti, inoltre, le stazioni della Rete Accelerometrica del Friuli Venezia Giulia (RAF) gestita dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste (http://rtweb.units.it).

Le reti di monitoraggio regionale risultano collegate alle reti nazionali e a quelle delle regioni e nazioni confinanti di Austria e Slovenia per una valutazione affidabile sia dei piccoli eventi localizzati all’interno della nostra regione, che degli eventi di magnitudo superiore anche nei casi di epicentri localizzati al di fuori del territorio regionale.

L’individuazione automatica di una scossa, effettuata dai sistemi di localizzazione preliminare entro pochi minuti dall’evento sismico, è trasmessa a tutte le componenti del sistema di protezione civile compresi gli Enti locali per l’attivazione dei rispettivi piani di emergenza. Il modello di notifica contiene oltre ai dati parametrici dell’evento una prima stima delle fasce di risentimento alle quali corrispondono i livelli di attivazione richiesti, ossia le azioni da porre in essere dai diversi soggetti per affrontare gli scenari considerati, dalla semplice percezione della scossa fino al verificarsi di danni moderati.

Nel seguente prospetto sono indicate per i diversi soggetti le azioni da porre in essere secondo 3 scenari di riferimento denominati A, B, C e ciò allo scopo di predisporre il sistema locale di protezione civile ad affrontare le emergenze sismiche ad iniziare da scosse di bassa intensità, o sufficientemente distanti, le cui conseguenze possono essere affrontate dal sistema regionale in via ordinaria (eventi di tipo A e B degli artt. 16 e 17 del D.Lgs. 1/2018).

Per la massima rapidità delle comunicazioni si prevede l’utilizzo della rete radio, sulle frequenze regionali e del volontariato di protezione civile, e della posta elettronica (particolarmente resiliente nelle fasi di emergenza) verso utenti appositamente registrati facenti parte del sistema regionale integrato di protezione civile.

La fascia di risentimento sismico stimato A comprende i comuni nei quali si valuta che la scossa sia stata percepita da molte persone in relazione alla magnitudo stimata (indicativamente minore a 3 gradi della scala Richter) e/o alla distanza dell’epicentro dal comune considerato.

La fascia di risentimento sismico stimato B comprende i comuni nei quali si valuta che la scossa sia stata percepita dalla maggioranza delle persone e che possa aver determinato danni lievi in relazione alla magnitudo stimata (indicativamente 3 <= M < 4,5 gradi della scala Richter) e/o alla distanza dell’epicentro dal comune considerato.

La fascia di risentimento sismico stimato C comprende i comuni nei quali si valuta che la scossa possa aver determinato danni moderati in relazione alla magnitudo stimata (indicativamente 4,5 <= M < 5,5 gradi della scala Richter) e/o alla distanza dell’epicentro dal comune considerato.

Quanto indicato per la fascia di risentimento C rimane valido a livello locale anche per eventi di magnitudo superiore in relazione alla resilienza del sistema locale di protezione civile, ovvero “alla capacità di ogni comunità, consapevole di convivere con i rischi accettabili, di reagire in modo attivo ed integrato con le Autorità locali” (E. Galanti, 2010).

Le situazioni di crisi che si vengono a determinare a scala sovra comunale nel caso di terremoti fortissimi richiedono tuttavia l’attivazione del Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico (art. 15 del D.Lgs. 1/2018) per gli eventi emergenziali di cui agli artt. 16 e 17 del D.Lgs. 1/2018. I Sindaci assieme ai Centri operativi comunali (COC) istituiti in ciascun comune colpito dall’evento sismico assumono allora il fondamentale ruolo di terminale operativo sul territorio della macchina dei soccorsi.

Risulterà però fondamentale per i soccorritori esterni, specie nelle primissime fasi post evento, disporre delle informazioni contenute nei Piani comunali di emergenza con particolare riguardo alle aree di attesa per la popolazione, agli edifici rilevanti a partire dalle scuole, edifici ed infrastrutture strategiche verso le quali indirizzare prioritariamente le verifiche di agibilità al fine di facilitare l’organizzazione dei soccorsi.

Tutte queste informazioni dovranno essere dunque già disponibili al momento della scossa, accessibili on line al sistema di protezione civile in quanto preventivamente compilate ed aggiornate da ciascun comune attraverso il portale regionale.

Procedure operative: Cittadini

Fascia di risentimento A

  • Informarsi attraverso Internet (http://www.protezionecivile.fvg.it/ProtCiv/default.aspx/reti_monitoraggio.htm) o la locale autorità di protezione civile sull’epicentro e la magnitudo dell’evento al fine di valutare le azioni più prudenti da adottare in relazione alle caratteristiche della propria abitazione.

Fascia di risentimento B

  • Seguire le norme di autoprotezione valide per il luogo nel quale si è presenti al momento del terremoto. Fare riferimento alla documentazione prodotta dal Dipartimento di Protezione Civile http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/cosa_fare_sismico.wp

Fascia di risentimento C

  • Assicurarsi sullo stato di salute delle persone attorno a se.
  • Recarsi nella propria area di attesa individuata dal Piano comunale di emergenza per ricevere informazioni sull’evento e fare le proprie eventuali richieste di assistenza.

Rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico

Il Friuli Venezia Giulia ha adottato il Sistema di allertamento regionale previsto dalla Dir.P.C.M. 27/02/2004, come da “Direttiva regionale sul sistema di allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico” approvata con DGR 1939/14 (pubblicata sul BUR n.44 del 29/10/2014), a cui ha fatto seguito un aggiornamento con DGR 2563/17 (pubblicata sul 1° Supplemento Ordinario n. 6 del 10/1/2018 al BUR n. 2 del 10/1/2018), in vigore dal 02/04/2018, recependo le indicazioni operative del Dipartimento della Protezione civile del 10/02/2016.

L’Allerta regionale è diramato dalla Protezione Civile della Regione tramite la SOR ai Comuni e ad altri enti interessati, via PEC e via e-mail agli indirizzi di emergenza riportati nella sezione A – Dati generali. Il livello di allerta è indicato con codice colore per le quattro zone di allerta in cui è suddiviso il territorio regionale. La zona di allerta a cui appartiene ciascun comune è riportata in parte A – Dati generali.

L’Allerta regionale è predisposto sulla base dell’Avviso meteo regionale e/o dell’Avviso di criticità regionale per rischio idrogeologico ed idraulico, elaborati dai competenti settori del Centro funzionale decentrato del FVG, rispettivamente Settore Meteo e Settore IdroGeo.

Le previsioni meteo con finalità di protezione civile, emesse quotidianamente dal CFD-Settore Meteo attraverso il Bollettino di vigilanza meteorologica regionale, sono consultabili alla pagina http://cfd.protezionecivile.fvg.it. Le valutazioni sugli effetti al suolo con gli scenari di criticità idrogeologica e idraulica, emessi quotidianamente dal CFD-Settore IdroGeo attraverso il Bollettino di criticità regionale, sono consultabili alla pagina http://cfd.protezionecivile.fvg.it. Tali documenti concorrono a comporre i Bollettini nazionali pubblicati quotidianamente dal Centro Funzionale Centrale, consultabili alla pagina: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/allertamento_meteo_idro.wp.

L’Allerta regionale è pubblicato sul sito web http://www.protezionecivile.fvg.it ed è consultabile tramite Smartphone e Tablet con l’app MoPiC disponibile per sistemi Android, iOS e Windows Phone. Viene inoltre diramato mediante messaggio sms ai cellulari di servizio assegnati a ciascun Gruppo comunale di protezione civile ai numeri riportati nella sezione A – Sistema di comunicazione in emergenza.

Con analoghe modalità l’Allerta regionale è diramato dalla SOR verso le diverse componenti del Sistema regionale integrato di Protezione civile e verso gli organi di informazione regionali per consentire la massima efficacia delle azioni preventive da parte degli incaricati di pubblico servizio e dei cittadini. A tale scopo l’Allerta è diffuso anche tramite i canali social della PCR.

L’Allerta regionale descrive la situazione meteorologica, le aree interessate, l’arco temporale di evoluzione dei fenomeni, la descrizione degli stessi con un’indicazione dei livelli di criticità idrogeologica ed idraulica attesi: codice GIALLO (criticità ordinaria), codice ARANCIONE (criticità moderata), codice ROSSO (criticità elevata), e dello stato di allertamento GIALLO, ARANCIO, ROSSO, per le diverse zone di allerta del territorio regionale. L’Allerta regionale contiene inoltre una descrizione della situazione idrogeologica ed idraulica attesa nei principali bacini idrografici regionali.

A livello regionale, a seguito dell’emissione di un Allerta regionale, la PCR adotta la fase operativa conseguente per il livello regionale e il CFD-Settore IdroGeo rafforza la sorveglianza e il monitoraggio strumentale del territorio, provvede ad analizzare l’evoluzione della situazione idrometeorologica e a diffondere con le modalità previste dalla Direttiva regionale eventuali aggiornamenti sugli scenari di criticità in atto e/o attesi.

A livello locale, le informazioni riportate nell’Allerta regionale andranno comunicate senza indugio al Sindaco e/o al funzionario Responsabile comunale di protezione civile per l’adozione della conseguente fase operativa a livello locale. Le informazioni e la conseguente fase operativa andranno diffuse ai componenti del Gruppo comunale di Protezione civile e alle strutture operative locali incaricate delle azioni di protezione civile, nonché ai cittadini secondo le modalità definite nel piano.

A seguito dell’emanazione dell’Allerta regionale la struttura comunale, con il supporto del Gruppo comunale di volontariato di protezione civile, pone in atto le azioni di prevenzione previste per i punti vulnerabili del territorio (vedi sezione A – Punti di presidio territoriale) per i quali sono preventivamente definite procedure operative finalizzate, ad esempio:

  • all’allertamento degli abitanti;
  • al controllo dei manufatti di captazione e scarico delle acque meteoriche;
  • alla limitazione del transito degli autoveicoli lungo strade soggette ad allagamenti (modalità da concordare con Ente gestore della strada);
  • alla limitazione delle situazioni di sovraccarico della rete fognaria che possano determinare danni alle abitazioni;
  • al supporto all’evacuazione degli abitanti dalle proprie abitazioni ed eventuale attivazione di ricoveri provvisori.

Al verificarsi dell’evento la struttura tecnica comunale, con il supporto del Gruppo comunale di volontariato di protezione civile, pone in atto le azioni previste con particolare attenzione al rispetto delle norme di sicurezza e all’uso dei dispositivi individuali di protezione indicati per ciascuna attività ed area di intervento.

In conseguenza del verificarsi sul territorio dei fenomeni avversi, gli scenari generali prevedibili possono essere distinti secondo le seguenti categorie: piogge forti, rovesci e temporali di forte intensità, nevicate abbondanti e ghiaccio al suolo, vento forte.

Piogge forti

Precipitazioni piovose diffuse e persistenti estese dal livello di zona di allerta all’intero territorio regionale possono eventualmente determinare un possibile rischio idrogeologico, variabile da situazione di criticità ordinaria ad elevata. Fenomeni piovosi intensi che interessano ampie porzioni del territorio regionale con elevati apporti meteorici concentrati in poche ore e/o cumulati su più giorni, determinano situazioni di crisi del reticolo idraulico con fenomeni di piena di fiumi e torrenti, movimentazione di trasporto solido negli alvei, possibile innesco di colate rapide nei bacini soggetti a tale rischio, instabilità dei versanti e frane.

La propagazione delle piene nei tratti arginati di pianura può determinare il superamento dei livelli di guardia e di presidio con la conseguente apertura del Servizio di Piena con possibilità di attivazione del servizio di pattugliamento degli argini da parte delle squadre comunali di protezione civile.

Lungo la linea di costa gli eventi considerati sono talvolta accompagnati da condizioni meteomarine avverse con mareggiate dovute a venti di scirocco o libeccio e fenomeni di acqua alta che aggravano le condizioni di criticità idraulica dei corsi d’acqua con conseguenti rischi per il territorio, specie nelle aree depresse della bassa pianura e lungo i litorali esposti.

Gli scenari di criticità idrogeologica ed idraulica generali, per i 3 diversi livelli sono descritti nell’Allegato alla Direttiva regionale soprarichiamata e consultabile sul sito della regione.

Rovesci o temporali di forte intensità

In tale tipologia rientrano i fenomeni atmosferici violenti caratterizzati da attività elettrica (fulmini) e spesso accompagnati da rovesci di pioggia intensi e localizzati, forti raffiche di vento (colpi di vento) e grandine.

Tali fenomeni si sviluppano in limitati intervalli di tempo e su ambiti territoriali molto localizzati. I rovesci intensi hanno caratteristiche simili ai temporali, ma non presentano attività elettrica.

Tali fenomeni sono dunque intrinsecamente caratterizzati da elevata incertezza previsionale in termini di localizzazione, tempistica e intensità e quindi non possono essere oggetto di una affidabile previsione quantitativa.

Scenari correlati a fenomeni temporaleschi possono essere ad esempio la rottura di rami o la caduta di alberi con conseguente interruzione della viabilità e delle forniture elettriche, il sollevamento parziale o totale della copertura di strutture temporanee o degli edifici, i danni a coltivazioni causati dalla grandine, gli incendi o i danni a persone o cose causate dai fulmini, l’interruzione temporanea della viabilità per allagamento di sottopassi o per situazioni di crisi degli impianti fognari e di drenaggio urbano, specie se legati a sistemi di pompaggio ed impianti idrovori, intasamento e possibile tracimazione di fossi, canali e corsi d’acqua minori privi di arginature, improvviso allagamento di guadi, sottopassi o di tratti della viabilità ordinaria.

Particolare attenzione andrà posta ad eventuali strutture provvisorie quali impalcature, tendoni, carichi sospesi e alberi in zone particolarmente esposte alle raffiche di vento, per la concomitanza con eventi e manifestazioni all’aperto, la presenza di campeggi temporanei, nonché per la sicurezza dei voli amatoriali e sugli impianti di risalita a fune in montagna.

Nelle aree collinari e montane sono possibili smottamenti e caduta di detriti sulla viabilità, nonché il possibile riattivarsi di fenomeni franosi superficiali in aree assoggettate a tale rischio.

Nevicate a bassa quota e ghiaccio al suolo

Per la previsione di nevicate abbondanti e possibile formazione di ghiaccio al suolo (compreso il fenomeno del gelicidio) la regione è suddivisa nelle stesse zone di allerta del rischio idrogeologico e idraulico.

Gli scenari per i quali tali fenomeni vengono segnalati con apposito “Avviso meteo regionale per nevicate abbondanti e ghiaccio al suolo”, e per i quali viene conseguentemente attivato dalla PCR un livello almeno di allerta gialla con una fase operativa di ATTENZIONE per le strutture regionali e i Comuni interessati, sono quelli per i quali si prevedano nevicate consistenti, con quantitativi superiori ai valori ordinariamente attesi in funzione del periodo dell’anno e della zona (specie in pianura), con eventuale persistenza di temperature inferiori allo zero, e quindi la possibilità di accumulo al suolo della precipitazione, della formazione di ghiaccio o in taluni casi del verificarsi del fenomeno del gelicidio (pioggia che ghiaccia al suolo). Tali fenomeni possono determinare difficoltà di circolazione stradale, sia sulla viabilità principale che su quella secondaria, interruzioni dell’erogazione dell’energia elettrica e delle linee telefoniche con conseguenti difficoltà per la popolazione nello svolgimento delle normali attività.

Per i fenomeni di minore entità non si ha l’emissione di un Avviso meteo, nonostante occasionalmente possano creare locali disagi. Restano comunque valide per i comuni le precauzioni da seguire, e le procedure previste dai Piani neve ove presenti (i riferimenti al Piano neve approvato sono riportati alla parte A – Piani comunali di settore), nel caso di segnalazione di nevicate o temperature sotto lo zero contenute nel Bollettino di vigilanza meteorologica regionale.

Si sottolinea come l’Avviso per nevicate e ghiaccio sia relativo esclusivamente al fenomeno meteorologico, e non sia dunque da mettere in relazione con il rischio valanghe.

Vento forte

Gli scenari per i quali tale fenomeno viene segnalato con apposito Avviso meteo regionale per vento forte, e per i quali viene conseguentemente attivato dalla PCR un livello almeno di allerta gialla con una fase operativa di ATTENZIONE per le strutture regionali e i Comuni interessati, sono quelli per i quali si preveda vento forte con intensità medie – valutate su un periodo di tempo sufficientemente lungo – o intensità massime di raffica tali da poter provocare importanti danni a persone o cose, con particolare riferimento a strutture provvisorie, tetti, a disagi per la viabilità (in particolare per furgonati, telonati, caravan, autocarri, etc.), al crollo di padiglioni, allo sradicamento e rottura di alberi, a problemi per la sicurezza dei voli e ad altri generici disagi.

Si specifica che tale Avviso non considera le raffiche di vento che possono essere associate ai rovesci o temporali, eventualmente indicate nei Bollettini/Avvisi relativi a tali fenomeni.

Procedure operative: Cittadini

  • Informarsi preventivamente circa eventuali rischi che possano interessare la propria abitazione e informarsi su cosa prevede il Piano di emergenza del proprio Comune.
  • Condividere le informazioni del punto 1 con i propri familiari.
  • Tenersi aggiornati sull’evoluzione delle condizioni meteo.
  • Fare attenzione nelle attività all’aperto.
  • Valutare necessità di aiuto di familiari e vicini in caso di emergenza.
  • Guidare con attenzione, in particolare nei tratti esposti a frane e caduta massi.
  • Fare attenzione agli attraversamenti dei corsi d’acqua (guadi) e alle zone depresse (sottopassi, zone di bonifica).
  • Seguire le indicazioni dell’autorità di protezione civile locale (Comune) e i canali informativi sulla viabilità.
  • Mettere in salvo i beni collocati in locali allagabili prima dell’inizio dell’evento.
  • Evitare di sostare in cantine e nei locali seminterrati.
  • Evitare di sostare nelle zone circostanti gli alvei dei corsi d’acqua.
  • Limitare gli spostamenti, in particolare in aree montane nei tratti esposti a frane e caduta massi.
  • Evitare gli attraversamenti dei corsi d’acqua (ponti e guadi) e delle zone depresse (sottopassi, zone di bonifica).
  • Non transitare in zone allagate che potrebbero nascondere insidie (fossi o buche).
  • Mettersi in viaggio solo se necessario.
  • Non parcheggiare nelle zone a rischio, spostare l’auto solo prima dell’inizio dell’evento, non durante l’evento.
  • Se la propria casa si trova in una zona a pericolosità idraulica o geologica elevata recarsi altrove prima dell’inizio dell’evento, avendo cura di chiudere il gas, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico.
  • In caso di eventi improvvisi, o se non è possibile allontanarsi in sicurezza dalla propria abitazione: non cercare di mettere in salvo l’auto o altri mezzi: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti da correnti, recarsi ai piani superiori senza usare l’ascensore.

Pericolo valanghe

I comunicati di allertamento trasmessi al Comune dalla SOR possono riguardare situazioni di criticità valanghiva (generalmente corrispondenti a situazioni di pericolo valanghe maggiore o uguale al grado 3 sul Bollettini Valanghe prodotto con dall’apposita struttura regionale).

Innalzamento della falda freatica

Sul territorio comunale non è segnalato nessuna pericolosità relativa all’innalzamento della falda freatica.

Prevenzione incendi boschivi e di interfaccia

Anche nel Friuli Venezia Giulia gli incendi boschivi rappresentano una minaccia all’integrità delle foreste e degli ambienti naturali, oltre che generare pericolo all’uomo e alle sue opere.

Gli incendi iniziati per cause naturali, esclusivamente da fulmine, hanno importanza in alcune stagioni sfavorevoli, e possono essere considerati una variabile all’ interno del ciclo biologico vegetale. Anch’essi tuttavia, possono rivelarsi pericolosi e quindi richiedono intervento di controllo e di spegnimento. Oltre il 90% degli incendi boschivi, tuttavia, è causato dalla mano dell’uomo, sia per imperizia e incuria, sia per dolo.

Fermo restando il ruolo operativo demandato agli organi tecnici (Carabinieri forestali, Corpo forestale regionale, Corpo Nazionale dei VV.F.), la seguente procedura operativa riguarda il coinvolgimento della Struttura comunale di protezione civile nella lotta attiva agli incendi di aree verdi, aree boscate, ed aree boscate poste in prossimità di zone urbanizzate (incendi di interfaccia). Questa opererà sotto il coordinamento della Sala operativa regionale e secondo le istruzioni impartite sul posto dal Direttore delle operazioni di spegnimento (D.O.S.).

Per la definizione di bosco vale quanto indicato dall’art. 6 della L.R. 9/2007.

La vigente normativa regionale sull’antincendio boschivo suddivide il territorio regionale in zona bianca non classificata e zona classificata secondo tre diversi gradi di pericolosità (basso, medio, alto) indicati in cartografica con i colori giallo, arancio e rosso. Nei comuni che comprendono aree classificate di basso, medio, alto grado di pericolosità, la presente procedura tiene conto di quanto previsto dalla normativa sugli incendi boschivi.

La normativa di riferimento in materia di antincendio boschivo è la seguente:

  • Legge 353/2000
  • Legge Regionale 8/1977
  • Legge Regionale 3/1991
  • Piano Regionale di Difesa del Patrimonio Forestale 1997-1999 (DPG n. 0136 del 17/04/1998) – in corso di aggiornamento

I gruppi comunali di protezione civile dei comuni con aree classificate sono addestrati ed equipaggiati per l’attività di spegnimento degli incendi boschivi.

Le presenti procedure derivano dai protocolli di coordinamento in materia di antincendio boschivo tra i seguenti soggetti coinvolti:

  • Protezione civile della Regione – Sala Operativa Regionale;
  • Centro operativo aereo unificato (COAU) del Dipartimento della protezione civile;
  • Vigili del Fuoco;
  • Squadre comunali di protezione civile specializzate in AIB e Associazioni di volontariato AIB;
  • Corpo forestale regionale.

Attività di spegnimento

Chiunque avvisti un incendio ha l’obbligo di informare immediatamente le autorità competenti utilizzando il numero unico di emergenza 112 e preparandosi a rispondere alle seguenti domande:

  • Località e luogo preciso ove si è sviluppato l’incendio,
  • se ci sono o meno persone in pericolo,
  • se nei pressi dell’incendio ci sono o meno dei manufatti (case, oleodotti, strade, ecc.).

A partire dall’avvistamento di un incendio nel territorio comunale o in zona ad esso limitrofa, il Sindaco provvede ad attivare la propria Squadra comunale specializzata in antincendio boschivo informando immediatamente la Sala operativa regionale.

Nel caso in cui la segnalazione riguardi un presunto incendio in zona urbana o di interfaccia, la competenza è il comando dei VVF competente per la zona.

Nel caso di incendio in zona boschiva la SOR provvede quindi a passare la segnalazione alla pattuglia forestale in servizio antincendio o alla stazione forestale più vicina.

Qualora la segnalazione pervenga al di fuori dell’orario di servizio del Corpo forestale regionale (variabile), la SOR allerta la squadra comunale di volontari di protezione civile equipaggiata ed addestrata per l’antincendio boschivo del comune interessato. Le squadre di volontari per l’antincendio boschivo sono attivate secondo la procedura standard.

I volontari intervengono sull’incendio equipaggiati dei dispositivi di protezione individuale (DPI) previsti e le attrezzature antincendio in dotazione.

Verificata l’esistenza di un incendio boschivo, la SOR provvede ad attivare per lo spegnimento i volontari AIB dei gruppi comunali di protezione civile della zona. Giunti sull’incendio con autobotti, manichette, moduli antincendio e altre attrezzature i volontari iniziano l’attività di spegnimento che è coordinata sul campo dal personale forestale nel ruolo di Direttore Operazioni di Spegnimento (DOS) (*) che si interfaccia telefonicamente o radiofonicamente con la SOR per ogni richiesta e informazioni o dai Vigili del Fuoco nel ruolo di Responsabile delle operazioni di spegnimento (ROS).

Nel caso di indisponibilità di personale del CFR (più frequente nelle ore notturne), qualora si tratta di casi non particolarmente problematici, o nel caso in cui l’assenza del personale CFR si verifichi nella prima fase dell’ incendio, il caposquadra dei volontari AIB assume la direzione provvisoria delle operazioni secondo le normali procedure, avvisando la SOR. In detti casi i volontari agiscono attenendosi a principi di prudenza in modo da limitare al minimo l’esposizione a rischi; pertanto si limitano a sorvegliare in posizione sicura l’incendio e a spegnere in tutta sicurezza solo piccoli focolai posti in zone ben accessibili.

Qualora il DOS valuti la sussistenza di rischi immediati per persone o strutture informa la SOR per far intervenire i VVF.

Il DOS valuta se vi siano le condizioni di intervento dei mezzi aerei e informa le richieste alla SOR in funzione dell’estensione dell’incendio, dell’interessamento di zone impervie non raggiungibili da terra, del pericolo per infrastrutture civili, della necessità di accorciare i tempi di intervento mediante l’applicazione di tecniche di intervento particolari.

Su attivazione della SOR, intervengono dapprima gli elicotteri del Servizio aereo regionale di protezione civile. Se necessario la SOR provvede a chiedere il concorso dei mezzi aerei del Dipartimento nazionale di protezione civile (COAU) che può disporre l’invio di aerei Canadair ed elicotteri di grossa taglia come l’Erickson S64.

Il DOS viene informato dalla SOR rispetto ai “punti acqua” previsti dal Piano comunale di emergenza.

Sull’andamento delle operazioni di spegnimento sono informati a cura della Sala operativa regionale il Dipartimento di protezione civile, i sindaci dei Comuni coinvolti nelle operazioni, la Prefettura.

Periodo di alta pericolosità

La legge regionale prevede un periodo attualmente fisso di “alta pericolosità” dal 1° novembre al 30 aprile ed eventuali altri periodi individuati in funzione delle condizioni climatiche e dichiarati con decreto del Presidente della Regione.

Se ricorrono le condizioni stagionali di aridità, assenza di precipitazioni, alte temperature e stress idrico della vegetazione viene dichiarato un periodo estivo di alta pericolosità di anno in anno con decreto del Presidente della Giunta Regionale.

Attività di prevenzione: pattugliamento AIB

Durante i periodi di alta pericolosità il Corpo forestale regionale effettua un servizio di pattugliamento del territorio organizzato in più turni.

In alcuni distretti il pattugliamento è eseguito anche dalle squadre comunali di protezione civile specializzate in antincendio boschivo.

I responsabili degli Ispettorati forestali, così come i coordinatori dei Gruppi comunali di protezione civile inviano periodicamente alla Sala Operativa regionale i calendari delle turnazioni.

Fuochi controllati (abbruciamenti)

Nelle zone comprese nel piano di antincendio boschivo la legge proibisce l’accensione di fuochi e tutte le attività a rischio incendio boschivo per l’intero periodo dell’anno.

Deroghe a tale divieto possono essere rilasciate per motivi di legittime occupazioni lavorative o tradizionali previa richiesta da presentare con almeno 15 giorni di anticipo alla competente stazione forestale, la quale rilascia le prescrizioni da rispettare per ridurre al minimo i rischi del propagarsi del fuoco in maniera incontrollata. Copia dell’autorizzazione rilasciata è inviata dalla Stazione forestale alla Sala operativa regionale.

Le manifestazioni pubbliche tradizionali quali sono i fuochi pirotecnici o i falò epifanici o fiaccolate, possono aver luogo, previa richiesta di autorizzazione della stazione forestale che darà comunicazione dell’autorizzazione alla Sala Operativa Regionale.

L’interessato all’accensione del fuoco controllato deve, in entrambi i casi di cui sopra, comunicare per via telefonica al n° verde alla Sala operativa regionale (800500300) l’inizio e la fine delle operazioni. L’operatore della SOR registra le comunicazioni di inizio e fine fuoco controllato su un apposti registro informatico.

Attività post evento: rilievo e archivio

Nelle aree percorse dal fuoco la legislazione impone dei divieti relativi all’uso del suolo (L. 353/2000) da inserire nello strumento urbanistico comunale. Al termine delle operazioni di spegnimento, la Stazione forestale competente esegue il rilievo della superficie interessata dall’incendio. Le perimetrazioni sono a disposizione dell’Amministrazione comunale per quanto di competenza, scaricabili dal sito IRDAT della Regione.

E’ possibile anche l’accesso diretto al database degli incendi boschivi regionali (ARDI) dove sono consultabili le schede relative agli incendi boschivi avvenuti nel Comune redatte dalla Stazione Forestale competente. A tal fine sul sito delle autonomie locali (http://autonomielocali.regione.fvg.it) nell’ area riservata sono spiegate le modalità per l’accreditamento da parte di utenti Comunali interessati alla materia.

Procedure operative

Le procudure operative in caso di incendio boschivo si attivano in base alle dimensioni dell’incendio stesso.

  • Incendio a scala comunale: incendi che per tipologia e dimensione possono essere estinti dalla squadra comunale di volontari specializzati in antincendio boschivo
  • Incendio a scala sovracomunale: incendi che per tipologia e dimensione richiedono il coinvolgimento di altre squadre comunali o dei mezzi del servizio aereo regionale
  • Incendio a scala nazionale: incendi che per tipologia e dimensione richiedono del Dipartimento Nazionale di protezione civile (richiesta del concorso della flotta aerea nazionale).
  • Incendio a scala sovranazionale: incendi che per tipologia e dimensione richiedono il coinvolgimento dei sistemi di protezione civile sloveno o carinziano.

Le procedure previste per la scala comunale vanno eseguite anche per gli incendi di scala sovracomunale o nazionale, così come le procedure per la scala sovracomunale vanno eseguite anche per la scala nazionale o sovranazionale.

Procedure operative: Cittadini

Per prevenire un’incendio boschivo

  • Non gettare mozziconi di sigaretta ancora accesi dai finestrini dell’automobile.
  • Non accendere fuochi in prossimità dei boschi o quando c’è vento e la vegetazione è secca.
  • Non abbandonare rifiuti nei boschi: raccoglili e portali via.
  • Nelle zone più esposte agli incendi, attorno alle abitazioni e ai fabbricati, pulisci il terreno dalla vegetazione infestante e dai rifiuti facilmente infiammabili.

In caso di incendio boschivo

Chiamare subito il numero unico delle emergenze 112.

Industrie a rischio incidente rilevante

Sul territorio comunale non sono presenti industrie a rischio incidente rilevante.

Inquinamenti in ambito costiero

Non pertinente

Ricerca persone scomparse

Nelle operazioni di ricerca di persone scomparse nel territorio regionale, sia in pianura che in territorio collinare e montano, ed in particolare nei casi urgenti che riguardano persone giovani o anziane, partecipa il Sistema regionale di Protezione civile al fine del ritrovamento in vita degli scomparsi.

Nel caso in cui le ricerche si svolgano in ambiente montano, ipogeo o impervio (intendendosi per impervio quelle porzioni di territorio che, per ragioni geomorfologiche o ambientali non siano esplorabili in sicurezza senza adeguato equipaggiamento ed attrezzatura alpinistica e relativa preparazione), l’attività è specificatamente affidata dalla Legge 74/2001, art.1, comma 2 al Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico nel quadro delle competenze assegnate al Club Alpino Italiano dalla Legge 91/1963.

Sono riservate alle Forze dell’Ordine le attività di ricerca che riguardano persone scomparse legate alla commissione di un reato o comunque coinvolte da indagini dell’Autorità giudiziaria. A quest’ultima compete l’iniziativa di autorizzare specifiche attività di ricerca.

Dalla presente procedura sono esclusi i casi di calamità nelle quali si registri un numero elevato di persone scomparse.

Gli Uffici/Enti che possono intervenire nelle ricerche di persone scomparse con le proprie risorse disponibili:

  • Enti dello Stato: Prefettura-UTG, Questura, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, VVF, Esercito, Capitaneria di Porto (per le ricerche in mare).
  • Enti regionali: Comune, Polizia Municipale, Protezione civile della Regione, Corpo Forestale Regionale, Polizia Provinciale, Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico, SORES, Gruppi comunali di Protezione civile, Associazioni di volontariato di Protezione civile (Unità cinofile, Radioamatori, Sommozzatori, Associazione Psicologi).

Sulla base delle direttive emanate dal Ministero dell’Interno, di norma compete alla Prefettura-UTG assumere la responsabilità del coordinamento delle attività di ricerca individuando un Direttore Operazioni di Ricerca (DOR) secondo quanto stabilito dall’apposito piano provinciale adottato.

Il DOR provvede a:

  • acquisire informazioni sul disperso (anche presso i familiari);
  • organizzare la ricerca;
  • richiedere le risorse necessarie;
  • rendicontare puntualmente le attività di ricerca svolte:
    • orari,
    • persone,
    • attività,
    • luoghi,
    • risultati;
  • mantenere informati gli organi superiori sull’andamento delle attività di ricerche in corso;
  • mantenere i contatti con i familiari.

La richiesta di concorso dei volontari di Protezione civile nelle attività di ricerca è avanzata da parte del DOR alla SOR nel rispetto di quanto stabilito nel protocollo d’intesa tra le Prefetture e la Protezione civile della Regione di data 10/01/2005: Il protocollo stabilisce infatti che i Sindaci dei Comuni, il volontariato comunale e le associazioni di volontariato di Protezione civile agiscano secondo le direttive impartite dalla SOR.

  1. La SOR riceve la richiesta di attivazione dal DOR incaricato dalla Prefettura-UTG. Nel caso la richiesta di attivazione pervenga da altri soggetti della componente Stato (Questura, Carabinieri, Polizia, VVF, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Esercito) la SOR richiede il coordinamento con la Prefettura-UTG richiedendo il nominativo dell’incaricato della funzione di DOR.
  2. Nel caso in cui la richiesta di attivazione pervenga da altro soggetto, la SOR verifica che il Sindaco del Comune interessato alla scomparsa sia stato informato, che sia stata fatta la denuncia di scomparsa alle Forze dell’Ordine o che, perlomeno, le Forze dell’Ordine siano al corrente della scomparsa, prima di avviare l’attività di ricerca.
  3. Il Sindaco del Comune interessato alla ricerca assume le funzioni di Direttore delle Operazioni di Ricerca per la componente regionale (DOR-PC), ovvero incarica di detta funzione altra persona idonea di sua fiducia. Il coordinamento della componente regionale operante a supporto delle ricerche è assicurato dal DOR-PC che opera secondo le richieste del DOR.
  4. Il DOR-PC opera sul posto delle ricerche mantenendo aggiornata la SOR sulle necessità di uomini e attrezzature per la ricerca e comunicando l’andamento delle operazioni.
    L’impiego di volontari comunali di Protezione civile nella ricerca di persone scomparse non potrà avere luogo in aree impervie o pericolose; in tali casi il DOR-PC richiede alla SOR l’intervento di squadre specializzate.
  5. La SOR, sulla base delle indicazioni del DOR-PC, organizza l’invio sul posto di: volontari logistici, unità cinofile, volontari specializzati ,servizio aereo (elicottero), sommozzatori, collaborazioni transfrontaliere di protezione civile.
  6. L’attivazione dei volontari segue le procedure dell’attivazione standard. (La SOR chiama i Sindaci o i Coordinatori – i Sindaci sono comunque informati e autorizzano la partecipazione alle ricerche dei propri volontari abilitati).
  7. La SOR dispone l’eventuale invio sul posto di un proprio funzionario con compiti di supporto al DOR-PC.
  8. La chiusura delle ricerche, anche nel caso di esito negativo, nonché le sospensioni temporanee delle stesse, è concordata tra il DOR e il DOR-PC, sentita la Prefettura-UTG. Alla chiusura delle ricerche il DOR-PC rimane sul posto in contatto con la SOR fino all’accertato rientro di tutte le squadre impegnate. Il DOR-PC raccoglie le osservazioni sulle problematiche emerse nelle fasi di ricerca e le riporta nei debriefing e/o nelle relazioni finali sull’attività svolta.
  9. Nei casi in cui sussistano attività di Polizia Giudiziaria, le notizie afferenti le ricerche potranno essere divulgate solo previo assenso dell’Autorità Giudiziaria. Le informazioni attinenti le ricerche effettuate con la partecipazione delle componenti del Sistema regionale di Protezione civile sono divulgate congiuntamente dalla Prefettura-UTG e dalla SOR.

Suono delle campane d’emergenza

L’attivazione delle campane d’emergenze è disposta ogni qual volta l’allertamento urgente e generalizzato della popolazione possa contribuire a ridurre i danni a persone, animali o cose in conseguenza di eventi calamitosi imprevedibili in atto o temuti che interessino il territorio comunale. Tale forma di allertamento andrà sempre accompagnata, ove possibile, da altre forme di informazione della popolazione mediante megafoni, avvisi presso le aree di attesa, comunicati tramite gli organi di informazione, ecc. A titolo di esempio si riportano i seguenti scenari di evento (elenco non esaustivo):

  • allagamenti di centri abitati causati da eventi meteorici eccezionali o esondazione di corsi d’acqua;
  • allagamenti per fenomeni di “acqua alta” nei territori costieri e circumlagunari;
  • incendi di vaste proporzioni che possano coinvolgere parti estese di centro abitato;
  • incidenti industriali/stradali/ferroviari con rilascio di inquinanti potenzialmente pericolosi in atmosfera.

Le seguenti istruzioni integrano i vigenti regolamenti locali sull’uso civile delle campane per allertamento della popolazione e delle persone incaricate di pubblico servizio, in casi di pericolo imminente per persone, animali o cose tali da richiedere l’adozione di immediate azioni di auto-protezione da parte dei cittadini.

Il suono delle “campane a martello” conserva un’arcaica capacità di comunicare uno stato di allarme; diffuso dalla torre campanaria posta solitamente al centro del paese, raggiunge alla velocità del suono tutte le abitazioni e può essere avvertito dalle persone impegnate nelle varie attività sia all’interno degli edifici che all’aperto anche a diversi chilometri di distanza dal centro abitato.

Il Piano comunale di emergenza definisce le modalità d’uso delle campane per le segnalazioni di protezione civile, tenendo conto degli usi e consuetudini locali e dei pericoli cui sono maggiormente soggetti i singoli centri abitati del comune. Andranno innanzitutto individuate, sentiti i parroci, le torri campanarie da utilizzare nelle situazioni di emergenza e in occasione delle periodiche attività di esercitazione.

In assenza di più specifiche forme di segnalazione definite in sede locale, il suono delle campane d’emergenza per allertamenti di carattere generico, da utilizzare in tutti i casi in cui il pericolo giunge inaspettato e imprevedibile richiedendo immediate azioni di auto-protezione da parte dei cittadini, sarà costituito da una serie di rintocchi rapidi (1-2 colpi al secondo) su una singola campana. Il segnale di inizio emergenza avrà una durata di 5 minuti, ripetuto per tre volte con intervallo di 1 minuto. Il medesimo segnala sarà ripetuto per un’unica ripresa di 5 minuti per segnalarne la fine.

Mediante esercitazioni locali, da programmare con il coinvolgimento attivo della popolazione, potranno essere sperimentati altri tipi di segnale, specifici per diversi scenari d’emergenza (es. allagamenti, incendi, inquinamento dell’aria), che prevedano l’uso di una o più campane. Tali segnali dovranno risultare distinguibili dal suono normalmente utilizzato per gli eventi religiosi o altri eventi civili.

In tutti i casi di utilizzo delle campane ai fini di protezione civile, in emergenza o per esercitazione, il Gruppo comunale di protezione civile dovrà assicurare l’informazione alla popolazione mediante avvisi presso le aree di attesa individuate dal Piano comunale di emergenza. Nel caso delle esercitazioni la popolazione andrà preventivamente informata con avvisi nei luoghi pubblici allo scopo di consentire alla cittadinanza di verificare presso le proprie abitazioni e luoghi di lavoro la reale percezione dello scampanio di emergenza.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia
Numero Verde 800 500 300 Protezione Civile

Popolazione

Dati dal 15° censimento della popolazione e delle abitazioni del 2011

Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale
Popolazione residente 452 134 59 645
Numero di famiglie 241 68 27 336
Numero di abitazioni 528 137 79 744
Numero di edifici 447 130 85 662
Numero di edifici residenziali 427 127 80 634

Numeri di emergenza

Numero Unico Emergenza 112
Protezione Civile della Regione 800 500 300

Gruppo comunale di Protezione Civile

Carica Nome
Coordinatore DINO ANTONIO BIOT
Caposquadra tecnico logistico AIB ANGELO BERNARDON
Caposquadra tecnico logistico AIB MILKO BERNARDON
Caposquadra tecnico logistico AIB CLAUDIO ROSA GOBBO
Manager Formativo DINO ANTONIO BIOT
Responsabile comunale:
Milko Bernardon

Coordinatore: 
Dino Biot

Caposquadra:
Angelo Bernardon e
Claudio Rosa Gobbo

Orario

Service: h24

PROTEZIONE CIVILE

Al servizio per la protezione del territorio

VALCOLVERA

Sala Operativa

              Fax: (+39) 0432 926000

sor.protezione.civile@regione.fvg.it
sor@certregione.fvg.it

numero verde

800 500 300

EMAIL Vivivalcolvera

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